distress intestinale

Disturbi Gastrointestinali negli atleti

I disturbi gastrointestinali sono molto comuni tra gli atleti di endurance. Si stima che ne soffrano tra il 30-50%. I disturbi più comuni includono eruttazione , dolore addominale, nausea, reflusso gastroesofageo (o bruciore di stomaco), dolori addominali, crampi addominali, aumento della flatulenza, feci molli, diarrea o persino diarrea sanguinolenta e vomito.

Ad oggi, le cause dei sintomi gastrointestinali non sono completamente comprese e sono difficili da indagare. Le potenziali cause possono essere suddivise in 3 categorie generali:

  1. Fisiologiche, dovute alla minor irrorazione sanguigna a livello dell’intestino e l’aumento dell’ansia (soprattutto prima della competizione). Con l’esercizio, il flusso sanguigno viene indirizzato preferenzialmente ai muscoli, ciò può compromettere la funzione intestinale a vari livelli e può provocare sintomi gastrointestinali comunemente sperimentati come i crampi. Nei casi più gravi può anche provocare lesioni dell’intestino crasso a causa di un insufficiente afflusso di sangue (colite ischemica). Inoltre, se entra in gioco anche l’ansia, essa induce un potenziamento dell’effetto, in quanto incrementa la motilità intestinale.
  2. Meccaniche legate all’impatto o alla postura, con conseguente danno sulla parete intestinale.
  3. Nutrizionali. L’ingestione di alcuni nutrienti (Fibre, grassi, latticini e soluzioni concentrate di zuccheri) sono stati tutti associati a un rischio maggiore di sviluppare sintomi gastrointestinali. Anche la disidratazione, può peggiorare i sintomi.

Soluzioni

Al fine di prevenire disturbi gastrointestinali, possono essere fornite alcune linee guida pratiche:

  • Evitare i cibi ricchi in fibre almeno dal giorno precedente alla competizione
    E’ vero che Le fibre aiutano a mantenere regolare l’intestino, ma il giorno prima della gara andrebbero evitate. Per definizione, la fibra non è digeribile, quindi qualsiasi fibra che viene mangiata passa essenzialmente attraverso il tratto intestinale, aumentando così la motilità intestinale e accelererà la perdita di liquidi. Non essendo digerite, possono provocare una produzione di gas che potrebbe causare crampi.
    E’ raccomandata una dieta a basso contenuto di fibre il giorno prima (o anche un paio di giorni prima in caso di soggetti più inclini a questi disturbi).
    Prediligere cibi bianchi, come pasta normale, riso bianco o pane bianco/pancarrè o Patate.
  • Evitare i latticini
    Gli alimenti che contengono lattosio, possono provocare disturbi gastrointestinali. Anche una lieve intolleranza al lattosio può richiamare acqua a livello del tratto intestinale causando diarrea.
    Evitare completamente il latte o derivati. Optare per latte delattosato oppure bevande vegetali (soia, riso e mandorle).
  • Evitare i cibi a base di solo fruttosio
    Il fruttosio, non si trova solo nella frutta, ma anche nella maggior parte dei dolci trasformati sotto forma di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HSCS). Il fruttosio viene assorbito dall’intestino più lentamente ma se assunto in combinazione con il glucosio è meglio tollerato.
  • Evitare la disidratazione
    Poiché la disidratazione può esacerbare i sintomi gastrointestinali, è importante evitare la disidratazione. Come già detto più volta, la disidratazione determina anche il decadimento della performance. La mattina pre gara è importante valutare il colore delle urine.

Altro consiglio: Ricorda sempre di allenare il tuo intestino!

Se il tuo intestino è adattato ai cibi che consumi abitualmente, è meno probabile che tu abbia problemi di gastrointestinali. Non sperimentare mai nuovi cibi il giorno stesso della gara, ma provali in allenamento!

Cannolo salato

Cannolo Salato

 

Cannolo salato

Ingredienti per 5 cannoli

  • 150 gr di grana/parmigiano
  • 10-15 foglie di basilico

Per il ripieno:

  • 300g di ricotta
  • polpa di pomodoro q.b.
  • olive q.b.

Procedimento

Tritare il parmigiano/grana con le foglie di basilico.

Formare delle cialde con un coppa pasta

Infornare le cialde per 7 minuti a 180 gradi. Una volta sfornate, quando sono ancora calde, dare la forma del cannolo.

Nel frattempo preparare il ripieno con la ricotta e polpa di pomodoro.

Una volta che le cialde si sono raffreddate riempirle con la farcia e aggiungere olive per guarnire.

Valori nutrizionali per 1 porzione 

Kcal 245 kcal
Carboidrati 4,85 gr
di cui zuccheri 3,9 gr
Grassi 18,4 gr
di cui saturi 12 gr
Proteine 14,6 gr

Dr. Ilaria Inversi
fiori di zucca

Fiori di zucca ripieni

 

Fiori di zucca ripieni

Ingredienti per 1 porzione

  • una decina di fiori di zucca
  • Ricotta di mucca/pecora 120gr
  • Pomodorini

Procedimento

Pulire i fiori di zucca eliminando con delicatezza il pistillo.

Preparate il ripieno, unendo insieme in una terrina la ricotta e i pomodorini.

Farcire con il ripieno i fiori di zucca, quindi disporli su una teglia rivestita di carta forno

Cuocere in forno a 180 °C per circa 15 minuti.

Valori nutrizionali per 1 porzione

Kcal 208 kcal
Carboidrati 9,5 gr
di cui zuccheri 2,3 gr
Grassi 12,7 gr
di cui saturi 8 gr
Proteine 14,7 gr

Dr. Ilaria Inversi

La Dieta dei Gruppi Sanguigni

Una paziente in studio mi ha chiesto cosa ne pensassi della dieta del gruppo sanguigno.

La mia risposta è stata che è un mito, una bufala senza basi scientifiche.

L’autore di questa dieta è il neuropata statunitense Pietro d’Adamo, poi diventata famosa in Italia per la versione del Dottor Mozzi.

Secondo D’Adamo ogni individuo deve scegliere i gruppi alimentari da inserire nel suo piano in base al proprio gruppo sanguigno AB0 e questo determinerebbe una riduzione dell’incidenze di tutte le malattie metaboliche e non, come malattie cardiovascolari, diabete, cancro etc.

Secondo la teoria dello statunitense, i diversi gruppi sanguigni si sarebbero evoluti progressivamente, con l’evoluzione dell’uomo, cioè in funzione dei cambiamenti legati allo stile di vita.

Il gruppo sanguigno 0 sarebbe il più antico, presente negli esseri umani che vivevano come cacciatori-raccoglitori che si sarebbero cibati soprattutto di carne, pesce, pollame e certi tipi di verdura e frutta, con limitazioni importanti nel consumo di latticini, legumi e cereali.

Poi si sarebbe evoluto il gruppo sanguigno A, prevalente nei coltivatori, comparso con lo sviluppo dell’agricoltura. La loro dieta sarebbe stata vegetariana, con l’esclusione della carne.

Il gruppo B sarebbe comparso con i nomadi, che si sarebbero cibati solo di carne (tranne pollame e suini, verdure, frutta e latticini.

Il gruppo AB sarebbe derivata da una mescolanza dei gruppi A e B.

Come i nostri antenati, a seconda del gruppo sanguigno di appartenenza, dovremmo cibarsi con le stesse categorie di alimenti.

Secondo la versione di Mozzi, ci sono alcuni alimenti che dovrebbero essere evitati indipendente dal gruppo sanguino, per esempio quelli contenti glutine e i latticini.

Mozzi inoltre fa una classificazione degli alimenti in base al gruppo sanguigno, suddividendoli in benefici, nocivi e neutri a seconda del loro effetto sull’organismo con quel determinato gruppo sanguigno.

Entrambe le versione portano ad un’esclusione di gruppi alimentari a seconda dell’appartenenza del gruppo sanguigno, con inevitabili carenze nutrizionali. Si tratta di diete poco bilanciate, che aumentano le fobie e le ansie nelle persone verso determinati cibi considerati nocivi.

Cosa dice la scienza?

Ad oggi la dieta dei gruppi sanguigni è considerata inattendibile dalla medicina e i benefici per la salute che da essa deriverebbero non sono stati confermati in studi clinici. In particolare gli esperti sottolineano che mancano in letteratura dimostrazioni chiare delle basi scientifiche della dieta.

Per di più è stato scoperto che il primo gruppo sanguigno è stato quello A, poi successivamente B. Il gruppo 0 sarebbe quello comparso più recentemente, ed è caratterizzato da un gene che codifica per una proteina difettosa, che non è in grado di svolgere la propria funzione specifica. Come ci insegna l’evoluzione e la selezione naturale è difficile che le altre due varianti possano essersi evolute da un gene difettoso, per dare degli enzimi perfettamente funzionanti seppur con modalità diverse.

Perché alcune persone riferiscono miglioramenti con questo tipo di dieta?

Essendo diete ipocaloriche, che riducono il consumo di cibi trasformati ad alta densità energetica, ma aumentano invece il consumo di cibi freschi, poco trasformati, si ha un miglioramento senza alcun dubbio dovuto alla modifica della propria dieta. Quindi Persone che seguivano un’alimentazione opposta (ipercalorica ad alta densità energetica, ricca di cibi spazzatura, con un ridotto consumo di fibre), modificando la loro dieta trovano senz’altro beneficio.

Importante per la salute è seguire un’alimentazione varia ed equilibrata, secondo le semplici regole della dieta Mediterranea. Mangiare tutto, ma nelle dosi giuste.