idratazione

Colore delle urine per capire lo stato di idratazione

La disidratazione può compromette le prestazioni fisiche e mentali, soprattutto in ambienti caldi e in esercizi di lunga durata. Quando si instaura il meccanismo della sete, ove si ha una perdita solo del 2% della massa, è già in atto la disidratazione.

Gli atleti dovrebbero iniziare una performance ben idratati, per sessioni di durata maggiore di 90 minuti è importante bere anche durante l’esercizio per limitare deficit di acqua e sale. Purtroppo molti atleti partano già disidratati, con il rischio di compromettere la performance.

Una strategia per valutare il proprio stato di idratazione è il colore e il volume delle urine.

Gli atleti prima di una sessione, che sia allenamento o gara, dovrebbero avere la buona abitudine di osservare il colore della propria urina, che dovrebbe essere giallo paglierino (stato ottimale di idratazione- vedi scala sotto). Colori più scuri sono da imputare al pigmento urinario, l’urocromo. A seconda della filtrazione glomerulare di acqua si potranno avere concentrazioni variabili di urocromo e quindi colore diverso.

Pertanto la disidratazione si traduce in un colore delle urine più scuro poiché viene assorbita più acqua dai tubuli collettori renali sotto l’influenza dell’ormone antidiuretico (vasopressina), si avranno così urine più concentrate.

Un’indicazione generale per prevenire disidratazione è che nelle 2 ore antecedenti alla performance, gli atleti dovrebbero assicurarsi, bevendo una quantità di liquidi variabile tra 5–10 ml/kg di peso corporeo di acqua, di produrre 2 minzioni di colore giallo molto pallido. Questo colore indica che il loro peso corporeo è entro l’1% del loro peso corporeo di base, dunque è ben idratato.

Tale livello di idratazione prima dell’esercizio dovrebbe garantire il mantenimento del normale livello di osmolalità plasmatica, riducendo così al minimo la sete all’inizio dell’esercizio.

1-2=> stato ottimale di idratazione

3-4 => lieve disidratazione

5-6-7=> da moderata a severa disidratazione

sudore

Quali sali minerali assumere in estate?

Quando pensiamo all’estate ci vengono in mente una serie di parole: sole, mare, vacanze ma anche sudore.

Durante questa stagione capita di sentirci stanchi e spossati, la colpa è da imputare maggiormente al caldo. Il caldo eccessivo determina un innalzamento della temperatura corporea, l’organismo per proteggersi e tentare di riportare la temperatura alla normalità instaura il meccanismo della sudorazione. È un normale processo fisiologico, chiamato  termoregolazione.

Il sudore è costituito da principalmente da acqua e sali minerali, di cui in maggior quantità sodio e cloro e in misura minore da magnesio e potassio.

La maggior parte delle persone è in grado di produrre un litro di sudore all’ora. Cosa diversa gli atleti, che riescono a sudore anche 2 litri l’ora, per il fatto che sono più efficienti a rispondere alla termoregolazione.

L’atleta anche se suda di più è in grado di risparmiare i micronutrienti, in quanto avviene il fenomeno dell’emodiluizione. Ovvero si ha un aumento della pars liquida a livello ematico, consentendo così di avere una scorta maggiore di liquidi per la sudorazione, senza perdere troppi sali minerali.

Se le perdite da sudorazione non vengono compensate da un’adeguata assunzione di acqua, alcuni recettori a livello dell’ipotalamo rilevano lo stato di disidratazione, dando origine allo stimolo della sete e incrementando la sintesi di vasopressina o ormone antiduretico. Questo ormone determina un risparmio di acqua a livello renale, come risultato è la diminuzione di urina. Allo stesso tempo viene prodotto aldosterone, ormone che determina il riassorbimento del sodio e cloro (che insieme costituiscono il sale, NaCl) a livello renale con conseguente richiamo di acqua. Nel momento in cui si ha riassorbimento di sodio e cloro, si ha però una maggior perdita di potassio sia nel sudore che nelle urine.

Come assumere questi sali?

Bevendo principalmente acqua non troppo leggera, con un moderato apporto di sodio, acque ricche di minerali (residuo fisso> 500 mg/L).

L’assunzione di cloro e sodio è data dal sale di cucina o quello presente negli alimenti conservati (affettati, formaggi etc.). Inoltre, i sali minerali sono contenuti anche negli alimenti, soprattutto nella frutta e verdura ma anche legumi, frutta secca e cereali integrali.

I 5 alimenti più ricchi di potassio: caffè, latte di vacca, Fagioli, pepe, albicocche disidratate

I 5 Alimenti più ricchi di Magnesio: crusca di frumenti, mandorle, anacardi, fagioli, nocciole

Ovviamente se si ha un’eccessiva sudorazione si può optare anche per integratori a base di magnesio e potassio, in quanto il sale ci deriva dagli alimenti.

tè verde

Gli Integratori “dimagranti” a base di Tè verde

Parliamo sempre di integratori a base di erbe, ma il focus di oggi è il tè verde.

Il consumo del tè verde come bevanda o in forma di estratti concentrati, è aumentato negli ultimi anni, favorito dai numerosi effetti positivi che esso esercita sulla salute del nostro organismo. Però, il suo uso può comportare anche rischi avversi. Analizziamo virtù e insidie del tè verde, soprattutto sottoforma di estratto.

Il tè , si ottiene dall’infusione di foglie della pianta Camelia sinensis, dopo di che può subire diverse lavorazioni ottenendo così diversi tipi di tè: tè nero, il tè verde, il tè oolong e il tè bianco.

Il tè verde a differenza del tè nero non subisce un processo di fermentazione e questo fa sì che ci siano più sostanze attive, come i polifenoli, molecole ad alto potere anti ossidante. La categoria di polifenoli maggiormente espressa sono le catechine, in particolare l’epigallocatechina gallato, che è l’antiossidante per eccellenza.

Questa sostanza ha un effetto antinfiammatorio, perché studi dimostrano che sembra interferire con la produzione di molecole infiammatorie, il suo effetto è proprio quello di sequestrare i radicali liberi e chelare gli elementi coinvolti nella generazione di quest’ultimi. Inoltre si occupa della protezione e rigenerazione di composti antiossidanti, come la vitamina C ed E, i quali sono sinergici tra loro. 

Sembrerebbe aver anche un effetto antitumorale, in quanto induce morte e arresto del ciclo cellulare in diversi tipi di tumore. 

È presente anche la caffeina, la quale ha un effetto anoressizzante, in grado di ridurre l’appetito, accelerando anche la lipolisi. Il problema della caffeina è che ha effetti simpatico mimetici centrali determinando sintomi come tachicardia, ansia etc. Il tè a differenza del caffè ha un quantitativo di caffeina inferiore, quindi i suoi effetti simpatico mimetici sono molto minori.

Esiste una relazione tra assunzione di tè verde e perdita di peso?

L’efficacia è molto limitata. Se uniamo alla dieta ipocalorica e attività fisica, il tè verde potrebbe aiutare nella perdita di peso, ma da solo non può far miracoli. 

Della serie: “ Il tè fa dimagrire solo se vai a piedi sulle montagne del Tibet a raccoglierlo”.

Il carattere ambiguo del tè verde

Proprio per le sue proprietà benefiche sulla salute, descritte precedentemente, il suo uso è diventato sempre più ampio e diffuso sia come bevanda sia come estratto, usato nella formulazione di diversi  integratori alimentari.

Prima di andare a vedere gli effetti avversi del tè verde, è importante distinguere il tè verde inteso come infusione, dall’estratto di tè verde, usato per la formulazione di integratori vari.

L’estratto di tè verde si ottiene dall’estrazione dalle foglie mediante l’uso di solventi chimici organici. Questi processo determina un aumentano delle concentrazioni di catechine rispetto a quelle presenti nell’infuso tradizionale.

I composti polifenolici che hanno le proprietà benefiche elencate precedentemente, possono avere anche effetti opposti se assunti ad alti dosaggi: provocando stress ossidativo.

Nonostante i benefici del tè verde, il consumo di estratto di tè verde può dare anche epatossicità, attribuita agli stessi componenti che nel tè verde danno un effetto benefico, ovvero i polifenoli.

I polifenoli presenti nell’estratto sembrerebbero danneggiare i mitocondri, organelli deputati alla produzione di energia, causando così danni epatici entro tre mesi dall’inizio di assunzione. Inoltre, sembrerebbero avere una sinergia maggiore se combinati con altre erbe, potenziando l’effetto nocivo sul fegato.

I danni al fegato vanno dalla classica forma di epatite acuta a quella fulminante, in seguito all’assunzione di diverse preparazioni a base di estratto di tè verde, la sintomatologia prevede: infiltrati infiammatori, colestasi, steatosi e necrosi. 

Nonostante il tè verde, come alimento, non dia questi problemi e sia sicuro, l’estratto di tè verde (usato in varie formulazioni “dimagranti”) è associato ad epatotossicità, con marcato rialzo delle transaminasi, che tendono a normalizzarsi a distanza di mesi dalla sospensione del supplemento.

Inoltre l’effetto avverso dell’estratto di tè verde è maggiore quando viene preso a stomaco vuoto.

L’effetto epatotossico può essere incrementato dalla presenza concomitante anche di altri principi attivi, presenti nelle formulazioni derivati anche da altre piante, oppure potrebbe riguardare la contaminazione con microrganismi o sostanze chimiche usate durante la produzione di tali prodotti.

Un esempio di altra sostanza presente in questi integratori per perdere peso è la Vitamina A, la quale ad alti dosaggi può essere tossica e provocare epatotossicità.

In letteratura esistono diversi studi che correlano l’assunzione di Integratori dimagranti (di una famosa azienda H.) con danni epatici.

integratori dimagranti

Pillole e beveroni magici: gli Integratori “dimagranti”

 Prima di tutto spieghiamo il significato del termine integratore. Gli integratori sono il complemento di un’alimentazione, che per varie ragioni può essere insufficiente a coprire i fabbisogni nutrizionali giornalieri.

Quindi si tratta di prodotti complementari all’alimentazione NON sostituenti.

Quali sono le miglior strategie per perder peso?

La dieta ipocalorica e l’attività fisica sono il trattamento d’elité per ridurre il peso e obesità, da utilizzare sempre in prima linea.

Ma a causa della difficoltà di raggiungimento e nel mantenimento di un’adeguata aderenza a questi tipi di trattamento, molte persone ricorrono ad integratori o supplementi nutrizionali che promettono (illudendo) di far perder peso in poco tempo e infine anche di mantenerlo.

Perché oggi giorno ci si affida a questi prodotti magici? 

  1. Risulta chiaramente la via più facile e veloce, perché promettono di perder peso in pochissimo tempo.
  2. Risulta più facile prendere delle pillole o frullati piuttosto che apportare delle modifiche al proprio stile di vita: come dieta e attività fisica.
  3. Entra in gioco anche la sfera psicologica, magari dopo tentativi fallimentari allora si prova questa scorciatoia. Siamo bombardati da pubblicità ingannevoli, e magari nel momento di maggior fragilità ci facciamo convincere che sia la soluzione più adatta per poter perdere quei chiletti di troppo acquistati durante le feste.
  4. Gli integratori non hanno bisogno di una prescrizione del medico, sono facilmente acquistabili e reperibili  dal Health coach, coach life, streghe e stregoni o dalla nostra vicina di casa.

Il termine naturale è sinonimo di SICURO?

Molto spesso viene associato il termine naturale con SICURO. In realtà non è così, la sicurezza e l’efficacia dipende dal mercato di appartenenza.

La regolamentazione dei prodotti erboristici può variare tra i diversi paesi. Nell’Unione europea, gli integratori a base di erbe medicinali devono essere conformi a determinate direttive europee e la loro sicurezza è valutata dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare).

Negli Stati Uniti (USA), i tali prodotti non soggetti agli stessi requisiti pre-mercato per la sicurezza o l’efficacia come nell’UE.

Quali sono i principali ingredienti utilizzati nella formulazione di questi integratori?

I vari integratori “dimagranti” possono essere suddivisi in base al loro effetto, per esempio ci sono gli Integratori che agiscono sull’assorbimento di Nutrienti:

    • Fibre. Sono sequestranti intestinali utili nella riduzione dell’assorbimento di zuccheri e colesterolo, migliorano il transito intestinale ma non risulta particolarmente efficace per la perdita di peso (crusca, inulina, beta glucani e psyllium).
    • Chitosano. Polisaccaride che deriva dalla chitina (rivestimento dei crostacei). Sembrerebbe abbassare i livelli di colesterolo, interferendo con il suo assorbimento così come per i grassi. Ma anche in questo ci sono poche evidenze riguardanti la perdita di peso.
    • Gomma di guar. fibra che deriva da una pianta leguminosa dell’india. È un additivo che viene aggiunto a molti alimenti confezionati come addensante. Nonostante sembrerebbe abbassare i livelli di colesterolo, non sembra aver nessun effetto sulla perdita di peso.
    • Metilxantine (caffeina, tefillina e teobromina) estratte da matè e guaranà. La caffeina è vero che sembrerebbe aver un effetto anoressizzante accelerando anche la lipolisi, ma avendo degli effetti simpatico mimetici centrali (tachicardia, ansia etc.), questo ne limita molto l’utilizzo. Il mercato per ovviare al problema utilizza maggiormente prodotti a base di tè verde, che ha una concentrazione di caffeina nettamente minore.
    • Ginseng. Sembrerebbe aiutare l’organismo ad affrontare meglio lo stress. Ma non ci sono prove scientifiche sulla sua efficacia e dose eccessive causano ipertensione e insomnia. Non ci sono evidenze che il ginseng possa aiutare a far perdere peso.

Nonostante non abbiano efficacia nella perdita di peso, alcuni possono provocare danni soprattuto a livello del fegato.

Altra classe di integratori sono quelli che regolano l’appetito, tra cui:

  • Spirulina. alga presente in acqua salata alcalina nelle zone tropicali dell’America, Asia, Messico e Africa meridionale. È ricca di antiossidanti e contiene fenilalanina che sembrerebbe regolare il senso di sazietà. Questa alga sembrerebbe aumentare l’escrezione fecale di colesterolo e acidi biliari, ridurre l’infiltrazione di macrofagi di grasso, prevenire l’accumulo di grasso nel fegato, ridurre lo stress ossidativo, migliorare la sensibilità insulinica, inibire la lipasi pancreatica con conseguente riduzione dell’assorbimento di grassi e prevenire l’accumulo di colesterolo.

Questi sono tutti  meccanismi teorici ma in realtà non ci sono prove scientifiche della sua efficacia nella riduzione di peso.

A differenza di altre alghe, però la spirulina non contiene Iodio. Ma ci sono altre alghe marine, come Fucus, che non vanno assolutamente usate per il fatto che sono ricche di Iodio. 

Questi tipi di alghe Sembrerebbero stimolare il metabolismo basale ma in realtà lo iodio non ha alcun potere dimagrante in soggetti normotiroidei e può portare ad effetti collaterali associati a ipertiroidismi funzionali.

Le alghe, inoltre tendono ad accumulare Selenio, il cui eccesso può portare alla comparsa del diabete. 

  • Guaranà. Ricco di catechine e metilxantine. Ritarda lo svuotamento gastrico, aumentando così il senso di sazietà. Ha il doppio di caffeina rispetto ai chicchi di caffè e quindi provoca gli stessi effetti simpatico mimetici del caffè sul sistema nervoso centrale. Ma ha una bassa efficacia nella perdita di peso

Poi ci categorie di integratori che vanno ad agire aumentando il metabolismo basale, tra cui:

  • Capsaicina. principio attivo del peperoncino
  • Curcumina nonostante le sua proprietà anti infiammatoria, non ha nessuna evidenza sulla perdita di peso.
  • L-carnitina 

E infine quelli che agiscono sul metabolismo dei carboidrati:

  • Cromo: non migliora l’insulino resistenza ma predispone al diabete. La dose massima consigliata è tra i 50 e 200 microgrammi/die. Da solo o combinato con la dieta non causa una riduzione di peso, ma potrebbe portare alla formazione di radicali liberi.
  • Garcinia Cambogia: è una pianta nativa di Asia e africa. Il componente principale è l’acido idrossicitrico. Avrebbe degli effetto teorici importanti per la riduzione di peso, ma potrebbero verificarsi possibili effetti avversi: crampi, bruciore di stomaco, emicranie, epatotossicità, pancreatite. Studi dimostrano che la supplementazione con Garcinia Cambogia a lungo termine può dare fibrosi epatica che può progredire in cirrosi, aumenta l’espressione di citochine proinfiammatorie e aumento di transaminasi epatiche provocando STEATOEPATITE.

Quali sono i limiti di queste pillole magiche?

  1. La perdita di peso, laddove ci sia, è molto limitata
  2. Possono dare possibili effetti collaterali
  3. Effetto rebound nel momento in cui viene sospesa l’assunzione, ovvero ripresa dei kg persi con gli interessi.
  4. Generalmente queste compresse hanno elevati dosaggi, che aggravano gli effetti aversi
  5. Hanno un dispendio economico inutile

Un biologo nutrizionista o una figura esperta in nutrizione non dovrebbe mai consigliare questi supplementi per i loro effetti collaterali.

Ricordatevi che le sostanze presenti nei supplementi si possono trovare all’interno di una sana dieta equilibrata e varia. In questo caso non si avranno mai effetti collaterali che invece possono dare questi supplementi.