gravidanza

Alimentazione in Gravidanza

Si dice che una donna incinta debba mangiare per due, ma è proprio così?!

In realtà no, è uno di quei falsi miti che circola.

L’alimentazione in gravidanza è fondamentale perché è anche l’alimentazione del feto.

Forse è proprio in questo momento che una donna dovrebbe stare a “dieta”, questo non vuol dire seguire una dieta di restrizione ma una dieta che sia calibrata alle sue esigenze ed equilibrata.

Quali sono i cambiamenti fisiologici che avvengono durante la gravidanza?

Tra la 10° e la 32° settimana si ha un aumento della sintesi di tessuto adiposo e dalla 32° fino al parte, gli ormoni creano un ambiente in cui vengono utilizzati i grassi accumulati nella fase precedente, in modo tale che gli zuccheri vengano utilizzati quasi esclusivamente dal feto.

Quanto deve essere l’incremento ponderale?

Se consideriamo una donna normopeso, l’aumento di peso auspicabile è compreso tra 11,5-16 kg, mentre una donna sottopeso questo range è aumentato fino a 18 kg. Al contrario, una donna sovrappeso o obesa dovrà aumentare di poco tra 7-9 kg.

Più il BMI è alto al concepimento, inferiore dovrà essere l’incremento ponderale della gravidanza.

Se l’aumento ponderale è eccessivo, dovuto ad un aumentato intake materno, il feto tenderà ad essere macrosomico e potrebbe avere complicanze una volta fuori dall’ambiente materno. Questa condizione di macrosomia sembra essere associata al rischio di obesità e a tutte le complicanze tardive (diabete di tipo II, aterosclerosi, ipertensione) nell’infanzia e nelle successive fasce di età.

La glicemia materna è la glicemia del feto, dunque una condizione di iperglicemia materna si riflette in un’iperglicemia fetale con risposta da parte del feto di un aumento di insulina fetale.

Un aumento di insulina fetale comporta non solo problematiche successive, ma anche problematiche di accrescimento, in quanto l’insulina è un fattore di crescita e stimola la produzione di altri fattori di crescita, che aumentano la crescita fetale in modo patologico.

Il trasferimento di glucosio dalla madre al feto avviene per gradiente di concentrazione, questo vuol dire che, più è alta la glicemia della madre, più glucosio arriva al feto e più questo cresce.

Quando questi bambini escono dall’utero si trovano in una prima condizione di stress, in quanto l’ambiente esogeno ha livelli di glucosio molto più bassi rispetto a quelli a cui erano abituati, ritrovandosi in condizioni di ipoglicemia.

L’ipoglicemia è un fattore di rischio importante, perché può dare danni a livello neurologico.

Inoltre, il feto macrosomico può avere come conseguenze un parto complicato.

Anche la restrizione calorica da parte della madre può avere conseguenze sul bambino, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo cognitivo, e c’è l’aumentato rischio di alterazioni endocrino metaboliche a lungo termine.

Fondamentale è lo stato di nutrizionale della donna nella fase pre gravidico, ma diviene importante anche l’ipo o l’iperalimentazione durante la gestazione. Se la dieta non soddisfa i fabbisogni del feto, esso è capace di utilizzare le riserve della madre e quindi potrebbe mettere al rischio la sua salute. Il feto di per sé è un organismo “egoista” (scusate il termine), anche in una madre malnutrita cerca comunque di sopravvivere anche a discapito della madre stessa.

A cosa è dovuto l’aumento ponderale di peso?

Un aumento di peso di 12,5 kg, è generalmente così ripartito:

  • 3 kg del feto
  • 600 gr di placenta
  • 750 gr di liquido amniotico
  • 3 kg di volume plasmatico e liquido extracellulare
  • 1,5 kg volume dell’utero e delle mammelle
  • 3-3,5 kg di tessuto adiposo

Quest’ultimo punto ci fa capire come mai una donna in sovrappeso o obesa dovrebbe avere un aumento ponderale massimo di 7-9 kg. Questo perché le scorte di tessuto adiposo sono già presenti.

Qual è il fabbisogno energetico in Gravidanza?

Il fabbisogno energetico di una donna in gravidanza aumenta, perché le richieste energetiche devono sostenere la formazione di nuovi tessuti sia materni che fetali.

Aumenta anche il dispendio energetico a riposo (metabolismo basale), in quanto si ha un organismo in doppia crescita.

Se la donna in gravidanza pratica anche attività fisica, allora avrà un costo maggiore rispetto alla fase pregravidica pur svolgendo la stesso attività.

Allora quanto deve mangiare in più una donna in stato interessante?

Dipende dal periodo di gestazione in cui si trova e dal peso pre-gravidico.

Considerando il trimestre di gestazione, una donna normopeso:

Nel I trimestre si ha un incremento di 70 kcal/giorno, questo vuol dire che il fabbisogno rimane pressoché invariato

Nel II trimestre il fabbisogno aumenta di 260 kcal/giorno, mentre nel III trimestre si ha un aumento di 500 kcal/giorno.

 

Questo aumento è dato principalmente dall’aumentato fabbisogno di proteine. Le proteine sono i mattoncini utilizzati per l’accrescimento dei nuovi tessuti e per la sintesi di proteine endogene e composti azotati.

Nel primo trimetre il fabbisogno di proteine aumenta di 1 gr/kg al giorno, nel secondo trimestre di 8 gr/kg al giorno e nell’ultimo trimestre di 26 gr/kg al giorno.

Se l’apporto proteico non è adeguato, la prima conseguenza è che la placenta non cresce in maniera adeguata e quindi al feto non viene data la possibilità di avere un apporto adeguato di nutrienti e ossigeno.

Quella in foto è S. una neomamma che si è rivolta a me al III trimestre di gravidanza.

La foto è stata scattata qualche ora dal parto.

Il suo peso pre gravidico era di 70 kg e alla fine della gestazione siamo arrivati a 82 kg. Dunque, l’aumento ponderale è stato ottimale e nella norma. Bravissima S., ottimo risultato!!!

Grazie per avermi dato fiducia e adesso partiremo con un nuovo piano alimentare per l’allattamento.

Benvenuta Arianna !